Nadia Tortoreto "Psicologa Clinica"

L’arte terapia discende da esperienze di psicoterapia dinamica e dalla psicoanalisi, consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, dei vissuti e delle emozioni. Attraverso l’arte si elaborano tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole, per mezzo delle azioni creative l’immagine interna diventa immagine esterna e comunica il mondo interiore emotivo, ma diventa anche terapeutica per chi ne fruisce. Non si coglie la bellezza, ma il significato, il comunicativo e le emozioni che provoca. Le immagini sono soggetti attivi. Il senso del quadro o delle sculture non sta nell’immagine che ci mostra, ma nel fatto che qualcuno lo osservi. L’opera d’arte diventa un apparato di suggestioni, di verità proprie predisposte a configurare un’immagine. Per Freud l’immagine, ed è qui che risiede tutta la sua potenzialità, ovunque si presenti e manifesti è una sorta di intermediario tra un inconscio inconfessabile e una presa di coscienza confessata. Essa ha dunque lo statuto di simbolo e un simbolo di questo genere è un “sintomo”. Per Jung, l’immagine nella sua costruzione è “l’individuazione della psiche” perciò l’immagine è passata da semplice sintomo ad agente terapeutico. Jung aveva affermato che la psiche consiste essenzialmente di immagini, oltre all’inconscio individuale che Freud ha definito “personale”, ha distinto un inconscio collettivo che la psiche ha ereditato attraverso le immagini primordiali o archetipi. Questa immagine primordiale o archetipo si trova nei miti, nelle fiabe, nei sogni, nelle manifestazioni artistiche, dai dipinti, alle sculture alle costruzioni tridimensionali. L’immagine è il contenitore degli affetti, delle emozioni che coinvolge l’Io, lega il dentro e il fuori, dà senso a ciò che si esperisce. Ognuno di noi ha in sé delle risorse proprie e un potenziale auto rigenerativo che un’opera d’arte va semplicemente a stimolare portando alla luce risorse ed emozioni magari da tempo intrappolate, delle ricche “verità” nascoste; è il sentire la propria musica.

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